Sognando Itaca 2016 – Pesaro

Sognando Itaca 2016 – Pesaro

Stavolta a Itaca, nel decennale del progetto ci arriveranno davvero , il 21 di giugno. Con il loro carico di problemi, stemperati però da una ritrovata serenità. Merito del mare, della navigazione, dell’amicizia e dello spirito di avventura che accompagna la straordinaria barca a vela targata AIL partita il 4 giugno da Trieste, che il 9 giugno ha fatto tappa al porto di Pesaro accolta da autorità civili e militari, oltre che dai sodalizi della marineria pesarese.

A bordo, un equipaggio un po’ particolare formato da un medico, un infermiere, una psicologa, tre ex pazienti e alcuni volontari. “Siamo onorati di essere tra le dieci città scelte per questa iniziativa- ha detto il presidente del consiglio comunale, Luca Bartolucci -.Oltre che una città legata al mare, siamo riconosciuti come un posto che ha fatto la storia sul tema delle leucemie”. Daniel Lovato, presidente dell’AIL di Verona, “medico, prima che velista” ci tiene a sottolineare, racconta che “questo progetto ha avuto dei riscontri sulla riabilitazione psico-fisica, con tanto di pubblicazioni. Ai nostri pazienti – velisti sono stati ridotti sia gli antidolorifici che gli psicofarmaci”.

King Arawak, così si chiama l’imbarcazione diventata la loro casa, è un 18 metri del peso di 22 tonnellate, timonata dal comandante Maurizio Martini: “sono anch’io un ammalato di mieloma da molti anni – rivela – ma aiutare gli altri mi dà sollievo, mi fa sentire meglio”.

Dopo la conferenza stampa di rito e il ricco buffet offerto da AIL di Pesaro, una decina di pazienti di ematologia sono saliti a bordo per imparare le tecniche di navigazione, solo teoricamente purtroppo; il meteo ha impedito l’uscita in mare. L’AIL di Pesaro presente all’evento ha regalato magliette e cappellini personalizzati alla ciurma.

Gli scopi di “Sognando Itaca, che in questi dieci anni ha sempre veleggiato lungo la costa Adriatica sono molteplici: fare opera di sensibilizzazione, stimolare la ricerca, regalare momenti di felicità. Quest’anno la barca concluderà il suo viaggio proprio a Itaca, che rappresenta la meta ideale del percorso di ogni malato: “Come Ulisse , i pazienti affrontano un mare aperto, sconosciuto e pieno di insidie: durante il viaggio scoprono però nuovi territori, relazioni, solidarietà vicinanze e risorse”.

(fonte: Il Resto del Carlino)

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